Samuel Stern: un nuovo incubo che parla di persone

Samuel Stern è l'esordio in edicola della casa editrice Bugs Comics. Dopo i primi due numeri, alcuni aspetti particolari di questo fumetto possono già essere delineati

Testata di Samuel Stern e titolo del numero 1: Il nuovo incubo

Io sono un ex. Intendo un ex appassionato di fumetti.

In gioventù sono stato un vero maniaco: lettore vorace, collezionista, collaboratore di fanzine e via dicendo. Oggi la situazione è cambiata e i fumetti occupano ancora una grande parte della mia libreria. Ma non della mia anima.

Per fortuna, la vita mi ha fatto rendere conto che (in ordine cronologico) gli amici, un rapporto affettivo importante e duraturo e la paternità mi fanno vivere più avventure dei fumetti.

E molto più gratificanti.

Mi piace leggere fumetti, ma devono raccontare qualcosa che mi interessa. Qualcosa che parli di vita.

Ho trovato Samuel Stern in edicola. È stata una vera sorpresa, perché ormai non bazzico quasi più né i siti né le fumetterie, perciò non ero preparato a quest'incontro.

Mi ci sono avvicinato con diffidenza: un altro bonelliano? E, per di più, tratta di incubi? Ma non la smetteremo più di tentare di cavalcare Dylan Dog?

Ma la curiosità ha avuto la meglio.

Samuel Stern: prima di tutto, l'umanità

Samuel Stern di fronte, con le mani avantiIl numero 1 mi ha colpito perché parla di mostri. Ma ne parla in un mondo di persone, non di personaggi. Quello che intendo dire è che la dimensione normale, quella della vita vera, è ben rappresentata e non si strizza l'occhio al protagonista superfigo.

Forse riesco a farmi capire meglio con un esempio televisivo... I telefilm polizieschi americani hanno sempre un aspetto supereroistico: i personaggi sono pompati e le vicende altamente drammatizzate. Pensa, ad esempio, a serie TV com e Chicago PD o The Closer (giusto per citarne un paio tra quelle che passano spesso per i palinsesti).

Serie poliziesche europee sono molto più tranquille e mostrano protagonisti umani: quelle inglesi, quelle tedesche, quelle francesi o, spostandoci appena un po', quelle neozelandesi. Cito la Nuova Zelanda perché I misteri di Brokenwood è una di quelle che preferisco, a causa della buona musica che vi si sente: bastano due accordi country e a me il telefilm è piaciuto. Ma questa è un'altra storia...

Ciò che voglio dire è che non c'è bisogno del supereroe in costume per raccontare storie avvincenti. Anzi: meno palloni gonfiati ci sono in giro e meglio sto.

Ma la caratterizzazione "umana" dei protagonisti non è l'unico aspetto normalizzatore di un fumetto che parla di paranormale.

Le storie, pur in contesto di orrore, di possessione demoniaca e di amenità del genere, aggiungono un ulteriore livello di repulsione. E questo livello di repulsione è dato dalla rinuncia al qualunque forma di buonismo, a favore della realtà spesso malevola e maligna in cui gli uomini spesso scelgono di muoversi.

Prendo ad esempio la tavola di pagina 9 del numero 1. Qui, lui e lei stanno litigando, quando la loro figlioletta entra nella stanza e ne fa le spese.

La tavola di pagina 9 del numero 1. I genitori litigano e la bambina viene colpita

Ora, siamo abituati che nei racconti i genitori che litigano tra loro sono capaci di proteggere i loro bambini, perché sono loro la cosa più importante.

Ma Samuel Stern ci mette di fronte alla realtà: non è così. Fin troppo spesso i figli non solo sono vittime dei litigi tra i genitori, ma spesso ne sono anche strumenti.

Ed è questo il vero incubo. L'incubo primigenio che nutre gli incubi letterari... Riprendendo l'ultima vignetta della pagina mostrata nell'immagine precedente, è inutile esortare ad andare all'inferno: ci sono già.

E se ciò non fosse abbastanza, il numero 2 va oltre.

Samuel Stern in una posa piena di timore e sorpresaLa storia si dipana in modo abbastanza lineare, ma il finale è un vero pugno nello stomaco, di quelli che non vedi arrivare, che proprio non ti aspetti e che ti lasciano senza fiato.

Non voglio fare alcun tipo di spoiler, anche perché dall'ufficio stampa di Bugs Comics mi hanno gentilmente fatto capire che non sarebbero contenti.

Mi limito perciò a sottolineare come sia la realtà il vero incubo, una realtà dove non c'è buonismo, dove non è vero che il bene, alla fine e faticosamente, trionfa sempre.

Il vero incubo è quando non c'è né perdono e commiserazione, ma solo sete di vendetta. Consentimi una digressione extra fumetto: certe prese di posizione odierne, più o meno social, sono tristi testimoni di un atteggiamento che confonde proprio la giustizia con la vendetta.

Ecco, la decisione di raccontare la vita da questo specifico punto di vista è, secondo me, il tratto distintivo delle storie di Samuel Stern. Il tratto che lo rende un fumetto degno di essere letto.

Un fumetto ad alto peso specifico

Un'altra cosa che mi piace di Samuel Stern è che le storie (almeno le prime due) sono densissime. Non sono tirate via, ma piene di cose e raccontate con dovizia.

Il tempo di lettura di un albo è perciò molto più lungo degli altri fumetti del genere.

E, ovviamente, questo mi soddisfa. Se i miei tre euro e mezzo mi assicurano quaranta minuti di lettura al posto dei normali venti, sono più contento di spenderli. Non è solo un conto da macellaio (con tutto il rispetto per i macellai): è che un tempo di lettura maggiore in genere corrisponde a una storia più costruita, con un intreccio più interessante e con vicende che si dipanano in modo più articolato.

Almeno, in Samuel Stern è così.

Tuttavia non posso non essere preoccupato: i testi (soggetto e sceneggiatura) dei primi due numeri sono stati scritti dal duo composto da Gianmarco Fumasoli e da Massimiliano Filadoro. Siccome spero nel meglio ma mi preparo al peggio, temo che non sia umanamente possibile mantenere un tale livello di creatività e accuratezza.

Perciò, ho chiesto direttamente agli autori di chiarire la questione: ecco ciò che Gianmarco Fumasoli e Massimiliano Filadoro, creatori di Samuel Stern, mi hanno risposto.

Sarete sempre voi a scrivere le storie di Samuel Stern?

GF e MF. All'inizio la nostra intenzione era quella di scrivere tutte le storie ma, con il passare del tempo e gli impegni BUGS che crescevano, ci siamo resi conto che non sarebbe stato possibile. Progetti in lavorazione ai quali entrambi dovevamo dedicarci, il tempo che passava sempre troppo velocemente e storie la cui realizzazione impiegava più tempo del previsto, ci hanno così obbligato a strutturare un processo creativo che permettesse a nuovi sceneggiatori di essere inseriti nel team. Questa decisione ci ha, da un lato, permesso di avere più respiro ma dall'altro, almeno nella prima fase di supervisione dei nuovi autori, ha aperto una porta che non pensavamo esistesse.

In Italia è diventato difficile seguire un personaggio che ha una forte identità editoriale. Ci spieghiamo meglio. Oggi il fumetto vive una nuova primavera, è stato sdoganato nei salotti importanti e, piano piano, sta occupando il posto che ha sempre meritato. La formula delle graphic novel, la possibilità che gli autori (noi compresi) hanno di poter esprimere se stessi per arrivare al cuore dei lettori, li ha fatti allontanare da quello che era e rimane l’obiettivo principale in una produzione seriale: riuscire a raccontare personaggi scritti da altri. Per noi la difficoltà maggiore è stata quella di far conoscere Samuel Stern a nuovi scrittori che riuscissero immediatamente a entrare in risonanza con il suo mondo e lo facessero parlare e agire nella maniera corretta. Alcuni ci sono riusciti quasi subito; per altri è stato più complicato. Di conseguenza abbiamo dovuto dedicarci a una supervisione serrata che implica comunque tempo ed estrema attenzione.

Se sì, pensate davvero di poter mantenere l'attuale livello qualitativo per ogni santo mese? (Lo so: è una domanda del c*zzo. Ma pensate che in realtà si tratta di enorme complimento implicito)

GF e MF. Beh, intanto grazie per l'apprezzamento. La risposta è che ci auguriamo di sì. Passiamo notti insonni, lavoriamo la domenica, a Natale e a Capodanno con l'unico obiettivo di mantenere un buon livello qualitativo delle storie che raccontiamo e non vorremmo fosse diversamente. Samuel è un personaggio nuovo, bisogna leggerlo, conoscerlo, capire da dove parte e dove vuole andare, quindi siamo fiduciosi che man mano che verrà letto e codificato sarà anche più semplice affrontarlo.

Al momento sono al lavoro almeno cinque altri sceneggiatori su Samuel Stern. Il controllo della continuity narrativa verrà, però, sempre tenuto da noi due, così come anche la scrittura di episodi "importanti" che possono essere definiti le milestones della trama orizzontale di Samuel (i soggetti di alcuni di questi episodi sono già in "cassaforte").

Come vi suddividete il lavoro?

GF e MF. Massimiliano ed io siamo complementari, sia per ciò che concerne il nostro bagaglio culturale che per gli aspetti che riteniamo più importanti nella narrazione per immagini. Ognuno di noi si occupa di quello che è più bravo a fare nel totale rispetto del lavoro dell'altro, correggendoci a vicenda quando occorre. Uno di noi viene dal mondo della letteratura mentre l'altro ha più confidenza con i fumetti.

In genere la storia, il suo cuore, lo stabiliamo assieme. L'idea di partenza può esser dell'uno o dell'altro ma la fase embrionale la seguiamo insieme.

Poi si passa al trattamento con le scene principali (Massimiliano), la scaletta e il “taglia e cuci” (Gianmarco), i dialoghi (Massimiliano) e la sceneggiatura (Gianmarco). Si rilegge tutto, si approva e si manda al disegnatore.

Questo accade anche nel processo di supervisione degli altri autori. Ultimamente i vari impegni hanno però richiesto un intervento esterno e il dinamico duo è diventato il trio delle meraviglie con l'aggiunta di Marco Savegnago. Marco è uno degli sceneggiatori di Bugs Comics che ha mostrato ottime qualità e impegno, tanto da essere inserito nella supervisione delle storie del nostro libraio di Edimburgo.

Samuel Stern: i disegni

I disegni del numero 1 sono di Luigi Formisano e sono molto funzionali all'atmosfera di realismo che nasconde però l'incubo e il soprannaturale. Devo dire la verità: mi piacciono da matti!

Quelli del numero 2 sono di Luca Lamberti mi sembrano un po' più di maniera e meno ispirati, senza una vera impronta personale.

Io non ho alcun titolo per esprimere giudizi sull'opera di un professionista, perciò molto probabilmente sto pisciando fuori dal vaso (e mi sto sporcando le scarpe). Ma devo constatare che i disegni di Luigi Formisano spesso mi hanno sorpreso e mi hanno costretto ad interrompere la lettura per fermarmi ad osservare tutta la tavola. Quelli di Luca Lamberti sono serviti solo a raccontare la storia (ma scusate se è poco!).

Le copertine

Le copertine dei primi due numeri sono realizzate in solido da Valerio Piccioni, Maurizio Di Vincenzo ed Emiliano Tanzillo.

Ecco, secondo il mio gusto le copertine sono l'unico vero tallone d'Achille di Samuel Stern.

Credo che sia quella del numero 1 sia quella del numero 2 vorrebbero essere evocative, ma (sempre secondo me) non ci riescono. Sembra che il protagonista venga ritratto nel un momento che viene colto da uno spasmo di Parkinson anziché in un istante di pathos dato da una minaccia incombente ma invisibile.

Devo dire la verità: se mi fossi dovuto affidare alla copertina, il numero 1 non lo avrei acquistato.

Con tutta la mia (poca) umiltà e nel massimo rispetto del lavoro altrui, ti propongo un gioco sulla copertina del numero 2.

Prendi la terza vignetta di pagina 97, che trovi riprodotta qui sotto.

Ragazza e ragazzo appoggiati uno sulla fronte dell'altra

Ciò che Vesna e Josip stanno vivendo è un concentrato di intimità, di comprensione di complicità. È una situazione molto umana e molto romantica.

Bene, tenendo presente che uno degli aspetti più originali e qualificanti di Samuel Stern è l'orrore nella vita reale, a me sarebbe piaciuto che la copertina illustrasse proprio questo concetto.

Perciò, prendi la vignetta di pagina 97 e, dopo un basilare lavoro di fotoritocco, la inserisci nella copertina, ottenendo qualcosa come l'immagine sottostante.

La vignetta di Vesna e Josip sovrapposta alla copertina del numero 2

Non sono un disegnatore; se ci fosse Vittorio Sgarbi, mi urlerebbe: "Capra!" fino alla fine dei tempi.

Ma spero, nella mia pochezza, di essere riuscito a far capire ciò che intendo: mettiamo in primo piano la normalità e lasciamo che l'orrore si intravveda in sottofondo. Credo che sia proprio la modalità comunicativa delle storie di Samuel Stern.

Spero che i copertinisti non se la siano presa: alla mia età non ho ancora imparato a tenere né la bocca chiusa né le dita lontane dalla tastiera...

Gli arretrati

OK, facciamo che non conoscevi Samuel Stern, che sei rimasto incuriosito dal mio articolo, che sei andato in edicola a comperare il numero 2 e che, dopo averlo letto, vorresti acquistare il numero 1.

Come fai?

Ecco al proposito ciò che mi ha comunicato lo staff della Bugs Comics: "Per quanto riguarda gli arretrati, saranno disponibili sul nostro shop online tre mesi dopo l’uscita in edicola".

Per approfondire

Ho scritto questa recensione dopo che ho letto anche il secondo numero di Samuel Stern, senza essermi minimamente documentato in Rete. Uso questo sistema quando scrivo recensioni di taglio personale, mentre (ovviamente) il flusso di lavoro per i miei articoli tecnici prevede un'enorme lavoro di documentazione prima di iniziare a picchiare sulla tastiera.

Tuttavia, dopo aver scritto la recensione ho dato un'occhiata in giro e ho visto che di materiale sul progetto Samuel Stern ve n'è in abbondanza.

Ti segnalo qui gli articoli che, tra quelli che ho letto, hanno attirato la mia attenzione. Alcuni sono le classiche interviste-stampa (da ex giornalista, le conosco benissimo), ma altri offrono spunti personali interessanti.

A questo proposito, ti segnalo l'articolo di Ettore Gabrielli, che (pur se non collima esattamente con il mio gusto) offre un punto di vista personale ragionato. Inoltre, è un buon punto di partenza per raggiungere altri articoli su Samuel Stern realizzati da Lo Spazio Bianco.

Scheda tecnica

Samuel Stern, brossurato, 96 pagine in bianco e nero + 4 di copertina (esterne a colori, interne in bianco e nero)

Formato: 16x21 (bonelliano)

Periodicità: mensile

Editore: Bugs Comics S.r.l., Roma

Riconoscimenti

Tutte le immagini che corredano l'articolo sono tratte da materiale Bugs Comics. Le immagini delle copertine, delle tavole e delle vignette sono state fornite dall'editore per gentile concessione.

Un grazie particolare a Stefano Marzorati, che cura l'ufficio stampa per Bugs Comics per il sostegno.

Un altro enorme grazie a Gianmarco Fumasoli e a Massimiliano Filadoro che, pur tra i loro mille impegni, hanno trovato il tempo per rispondere alle domande di questo indegno blogger.

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