Odio l'estate: un rifacimento tutto nuovo

Per molti versi, Odio l'estate è un rifacimento di Tre uomini e una gamba. Ma per altri versi è il segno che ogni stagione ha i suoi sapori e che i frutti dell'autunno sono saporiti come e più delle primizie

Foto di gruppo delle tre famiglie del film

Il trailer (che puoi vedere cliccando sull'immagine sottostante) mi aveva già conquistato: Aldo, Giovanni e Giacomo sembravano tornati alla freschezza di un quarto di secolo fa.

Aldo, Giovanni e Giacomo in spiaggia, sepolti nella sabbia. Solo le teste emergono

Siccome però io sono uno di quelli che sperano nel meglio ma si preparano al peggio, sono andato a vedere il film con il timore di rimanere deluso e di trovare un trio stanco e a corto di idee, che rifila al pubblico un film senza infamia e senza lode e, soprattutto, senza alcuno di quei guizzi che hanno reso Aldo, Giovanni e Giacomo grandi protagonisti della televisione, del teatro e del cinema.

E, invece, quasi non credevo ai miei occhi e alle mie orecchie...

Tre uomini e una gamba, un quarto di secolo dopo...

È vero: i punti di contatto con Tre uomini e una gamba sono molti:

  • si tratta di un viaggio
  • si scopre l'amicizia
  • si rompe l'ipocrisia
  • e si ride di situazioni quotidiane tragicomiche.

Ma, per fortuna, Odio l'estate non è un semplice calco di Tre uomini e una gamba. Ventitrè anni non sono passati invano e ciò che nel primo film erano le scoperte di tre amici sono ora le riflessioni di sei persone (i nostri tre e le consorti) che sono ben più in là del mezzo del cammin di nostra vita.

Così a mettersi a nudo non sono più tre adulti, ma addirittura sei genitori, con i problemi da genitori: problemi nella coppia, problemi tra le coppie, problemi con i figli, problemi tra i figli e (ovvio) problemi con sé stessi.

Odio l'estate è un film denso raccontato con leggerezza.

Odio l'estate è un film denso?

Sì: lo è.

Tuttavia lo si scopre solo alla fine, grazie all'enorme colpo di scena del finale (che non svelo).

È uno di quei colpi di scena

  • che dà senso a tutto il film
  • che lo fa rivedere sotto una luce nuova
  • che impregna di significato nuovo ogni particolare.

Vorrei dirti di più, ma so che poi mi odieresti. E non ho le spalle sufficientemente larghe...

Dico solo una cosa: era davvero tanto tempo che non assistevo all'applauso spontaneo del pubblico al termine della proiezione. Applaudire alla fine del film è un gesto in sé senza senso, perché stai applaudendo a una pellicola, non agli attori. Un gesto del genere si spiega solo come sfogo della tensione accumulata, che si libera in un gesto di approvazione e di ringraziamento.

Ecco, alla fine del film il pubblico del cinema Arcadia di Bellinzago Lombardo ha applaudito convinto. Qualcosa vorrà pur dire...

Piccoli cioccolatini

Ripensando ad alcune scene del film, le associo con naturalezza a quei cioccolatini al liquore con la ciliegia, quelli che mi fanno salire la glicemia al solo pensiero.

Sono scene che si gustano per sé, ma che danno valore a tutto il film. Tra queste, te ne segnalo due.

La partita sulla spiaggia

Come in Tre uomini e una gamba, anche in Odio l'estate c'è una partita sulla spiaggia. Come va a finire questa volta, lo scoprirai guardando il film.

Posso però ricordarti com'è finita ventitré anni fa: clicca sull'immagine sottostante.

In spiaggia, Giovanni esulta dopo aver segnato

La scena di Tre uomini e una gamba è tuttavia ripresa da quella di Marrakech Express (che oltretutto è citato nel film). Cliccando sull'immagine sottostante puoi guardare la scena originale che ha dato il via a tutto il treno di citazioni e di riprese.

Il gruppo di amici sulla spiaggia (quattro uomini e una ragazza)

Al concerto di Massimo Ranieri

Massimo Ranieri è una presenza costante fin dall'inizio del film, anche se in sottofondo.

Finché Aldo, Giovanni e Giacomo non ne combinano una delle loro.

Devo dirlo: per come è stato costruito il tormentone, per come è stato portato avanti per tutto il film, per come si arriva al momento clou e per quello che succede dopo, il film è un ottimo esempio di come dovrebbe essere realizzato un canovaccio.

Anche in questo caso, non voglio dire di più per non guastare la sorpresa, ma non mi vergogno a dire che mi sono davvero emozionato.

Se hai mai dovuto giocare una partita contro il tuo più grande avversario (cioè la tua paura di non riuscire), ti emozionerai anche tu.

Menzione d'onore

Voglio segnalare Michele Placido, che partecipa al film nella parte di un maresciallo dei Carabinieri. La segnalazione non è tanto per la recitazione (che è ottima ma troppo breve per qualunque riconoscimento), quanto per il personaggio che interpreta.

È infatti la consacrazione della sensibilità italica dell'"aggiustiamo le cose tra noi". È una qualità che permette di superare senza danni anche le difficoltà più spinose e nello stesso tempo è il difetto che ci impedisce di essere davvero uno Stato di diritto. E, per dirla con le parole che lo stesso Michele Placido pronuncia nel film, "Quant'è bravo...".

A Cesare quel che è di Cesare

La foto che ho usato per l'apertura dell'articolo e per il tag OpenGraph è di Paolo Galletta ed è tratta dal sito di Coming Soon. Sul sito trovi tutte le informazioni sul film: trama e cast, video, foto, recensione e news.


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