Il counselor

Il counselor è una figura professionale che in Italia sta rapidamente prendendo piede in questi anni, ma che è attiva e riconosciuta da decenni nei paesi anglosassoni. Il suo lavoro è mirato al benessere della persona e degli ambienti umani e può essere declinato in varie forme.

Io sono counselor diplomato e il counseling è per me fondamentalmente due cose:

  • un modo di guardare il mondo, per comprendere le persone e gli avvenimenti e per stare in questa realtà sentendomi in pace con me stesso
  • il mio agire umano e solidale, poiché il mio essere counselor mi permette di lavorare non sulle persone ma insieme con le persone.

Se ti trovi in un momento di difficoltà, puoi contattarmi per verificare se posso esserti di aiuto.

Le difficoltà continue

Far andare a posto i pezzi della mia vita, anche quando sembrano non incastrarsi mai

Nonostante gli sforzi, è possibile che i risultati, sia nel lavoro sia negli affetti, non arrivino mai; anzi, sembra proprio che qualcuno abbia scagliato una maledizione.

In un certo senso è così, ma non si tratta né di magia né di fattucchiere.

Se le situazioni complicate si ripetono, vuol dire che stai recitando un cosiddetto copione di vita. Tutti ne abbiamo uno, ma talvolta la parte che abbiamo imparato non è adeguata né ai nostri bisogni né alle nostre aspirazioni.

È importante capire i meccanismi del copione e i motivi che ti hanno portato a scegliere proprio quel copione lì, in modo da poterlo cambiare.

Il modo migliore di rompere una maledizione è scegliere di non seguirla.

Se pensi che ti possa aiutare

Le decisioni

Prendere una decisione difficile

Sentirsi bloccati nel prendere una decisione capita probabilmente a tutti, almeno una volta. In questi casi è importante chiarire quali sono i motivi (spesso interiori e inconsci) che non consentono una scelta serena.

Le decisioni diventano difficili quando c'è una parte di noi che spinge verso un comportamento e un'altra parte di noi che spinge verso il comportamento opposto.

In questi casi è necessario fare chiarezza e guardare in faccia i motivi contrastanti. Solo in questo modo è possibile arrivare a una decisione-sintesi che tenga conto di tutte le istanze interiori.

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Il lavoro

Trasformare i problemi con il capo, con i colleghi o con i sottoposti in modalità di vita soddisfacenti

Il lavoro è un ambito importante della nostra vita, ma spesso è fonte di tensione e di fatica. L'errore più comune è incolpare chi abbiamo intorno, mentre è più efficace imparare a gestire la situazione in modo sano.

Nel lavoro si esprimono elementi fondamentali di sé: la creatività, la responsabilità, il rapporto con l'autorità, la capacità di essere autorevoli, il modo di stare in un gruppo, la fiducia in sé stessi e via dicendo.

Talvolta, questi elementi non sono vissuti in modo ordinato e suscitano perciò conflitti e frustrazioni. Portare alla luce i funzionamenti non sani e trovare il tuo modo di vivere in ordine questi aspetti essenziali della tua vita è un lavoro che ti permetterà di esprimere serenamente e pienamente te stesso anche in ambito lavorativo.

 

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Le relazioni affettive

La relazione con il mio compagno o compagna di vita

Quando una relazione mostra i segni dell'usura, non è detto che troncare sia la soluzione.

L'usura è il segno di aspettative non espresse e non soddisfatte, perciò è molto più sano scoprire che cosa cerco nella relazione, che cosa sono onestamente disposto a dare e che cosa condivido con il mio partner.

Il lavoro sulla relazione ti accompagna a mettere a fuoco le aspettative e i bisogni che cerchi di soddisfare mediante la relazione con il tuo compagno o la tua compagna, per individuare gli intoppi che si creano quando queste aspettative non sono chiare o sono espresse mediante modalità non sane.

È così possibile portare alla luce le possibilità che hai nelle tue mani per vivere la relazione in modo più autentico e appagante.

Poi, ovviamente, sarai tu a decidere se questa relazione deve continuare oppure no: a volte, il lavoro serve anche a rendersi conto che la relazione con quella persona non fa bene e non porta da nessuna parte. Ma non sarà una fuga: sarà una scelta.

Counseling di coppia

Se intendi intraprendere il lavoro insieme con il tuo compagno o la tua compagna, potete usufruire di una modalità di lavoro specifica, che prevede la presenza di due counselor (un uomo e una donna). La presenza di due counselor evita la tentazione di "accaparrarsi" la benevolenza del counselor, offre due diversi sguardi e due diverse sensibilità, e mostra in diretta una modalità di comunicazione efficace.

 

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I genitori e i figli

Risolvere i conflitti con i figli e quelli con i genitori

La convivenza con i figli o con i genitori è spesso difficile e conflittuale, nonostante non manchi l'affetto.

Per non avvelenarsi l'esistenza è opportuno fare chiarezza sulle proprie aspettative, sui propri pregiudizi e sui propri meccanismi di relazione.

Nessun rapporto è tanto stretto, coinvolgente e complicato come quello tra figli e genitori. Sia per i genitori sia per i figli.

È un rapporto strano, dove i genitori danno letteralmente un pezzo della propria carne (oltre che anni di fatica e di accudimento), ma in cui devono condurre all'autonomia, lasciando andare l'oggetto del loro amore. Un rapporto strano, dove i figli nascono tra le mani di persone che sono l'intero universo, ma che devono imparare a criticare e a tenere lontane per poter stare nel mondo.

Non è mai semplice.

A volte c'è bisogno di distaccarsi e di vedere le cose in termini evolutivi per poter stare accanto senza sentirsi né minacciati né oppressi.

 

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L'Alzheimer

Stare accanto a un parente malato d'Alzheimer e sentirmi sereno

L'Alzheimer è una malattia particolarmente infida, perché la gran parte dei disagi non colpisce l'ammalato, ma chi gli sta accanto. Se poi l'ammalato è il padre o la madre, allora è facile che entrino in gioco rancori e aspettative non risolte, che rendono la coabitazione una prova durissima e che mettono a rischio persino la sopravvivenza del proprio matrimonio.

Non è facile aver a che fare con un parente che da un giorno all'altro non ti riconosce più, che continua a dire le stesse cose, che non riesce a fare le azioni più semplici e che oltretutto si inalbera e diventa aggressivo.

Ci si sente frustrati, tesi, furibondi. Ci si sente soli davanti a qualcosa di incomprensibile e troppo grande.

Ma oltre le difficoltà oggettive, ci sono anche le difficoltà interiori: spesso la malattia porta alla luce dinamiche non risolte e fa emergere aspettative e rancori. Su questo terreno si può lavorare, in modo che tu possa stare accanto alla tua persona cara in modo più sereno. E riesca anche a sfruttare più efficacemente le possibilità che hai di assistere il malato.

 

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