Samuel Stern 12: La casa delle farfalle
In una storia sul destino più terribile per i bambini, si alza (solo di poco) il velo sul passato di Samuel Stern
Questa è una storia che non parla di farfalle: parla di bambini.
Parla di bambini nei termini peggiori: bambini usati. Bambini abusati.
Forse gli abusi non sono sessuali, ma sono molto peggio. Quando i bambini vengono usati come pezzi di ricambio per gli adulti e per le loro aspirazioni, lì si scatena il demone.
Il velo sul passato di Samuel si alza un po’ di più
Non solo si intravvede un’altra volta la mamma di Samuel, ma questa volta facciamo conoscenza anche con la figlia. E con un altro personaggio…
Altro non dico, perché non voglio fare spoiler e perché comunque c’è ben poco da spoilerare. Gli autori stanno facendo il gioco del “facciamoli friggere di curiosità per montare il mistero mediatico attorno al personaggio” e ci stanno riuscendo molto bene. Le rivelazioni vengono elargite con il contagocce (intasato) e ognuna di esse non chiarisce un bel nulla: servono solo ad alimentare la trepidazione dei poveri lettori.
Accidenti a voi, Autori! Se non vi volessi bene vi avrei già mandato a partecipare a un torneo di calcetto in Legione!
Comunque, faccio di necessità virtù, sperando che tu sia d’accordo con me: il video di presentazione che ho preparato riassume i punti centrali del numero 12 riguardo al passato di Samuel Stern. Ripeto: c’è qualche anticipazione, ma non veri spoiler.
Bambini abusati
Tu che pazientemente mi stai leggendo, consentimi ancora una nota.
I bambini abusati sono un ottimo argomento per una storia horror. Certo.
Ma sono anche una realtà horror. Molto frequentemente, purtroppo un bambino abusato:
- da grande abusa egli stesso
- non è in grado di instaurare relazioni equilibrate
- vede il mondo come una minaccia e si comporta di conseguenza.
In pratica, contribuisce a rendere il mondo un posto molto peggiore di quello che potrebbe essere.
E ciò è realmente demoniaco.
Fumetti horror
Che Samuel Stern, con la sua cifra stilistica e mediatica, si occupi di queste cose, mi va anche bene.
Ma, davvero, non posso fare a meno di gridare che la realtà non è un fumetto e che ognuno deve scegliere il tipo di vita che vuole vivere: con rispetto e gratitudine o con sopraffazione e indifferenza? Da quello che si intravvede tra le pagine, la mamma di Samuel ha guidato suo figlio nella scelta.
E ognuno di noi è responsabile: sia per sé sia, se genitore, per i suoi figli.
Chiedo scusa
Ti chiedo scusa per la predica (tanto ormai l’ho fatta!). Ma Samuel Stern non è un fumetto normale e non è normale neppure il mio cervello (diagnosi di mia moglie).
Appunti dal Derryleng
Dopo tutti gli smadonnamenti che ho tirato sugli Appunti dal Derryleng (l’ultimo lo puoi trovare nel mio video celebrativo del primo anno di Samuel Stern, qui) e sul fatto che per me erano una cosa che non capisco e completamente inutile, per la prima volta sono riuscito ad arrivare in fondo.
E persino a dargli un senso…
Forse ho capito il trucco: devo leggerli dopo la storia, non prima.
I disegni di Salvo Coniglione
Ho apprezzato Salvo Coniglione al suo esordio nell’editoria che conta: era il numero 73 di Le Storie, intitolato Inciso nel sangue.
A mio parere, il tratto di Salvo Coniglione è pulito e preciso come piace a me. Inoltre, usa i neri con attenzione e mai a sproposito (grazie, Salvo!).
Mi permetto di dargli, dall’alto della mia incompetenza, due suggerimenti:
- cercare di strutturare la tavola in modo un po’ più vario
- cercare di infondere nelle espressioni e nelle posture dei personaggi una dinamicità maggiore.
Riguardo alla struttura della tavola, non so se dipenda da Salvo Coniglione o dallo sceneggiatore… Il numero 12 di Samuel Stern è già molto più vario rispetto al 73 delle Storie. Tuttavia mi pare innegabile che il modello di riferimento sia sempre una tavola di due vignette per tre righe e che le variazioni siano, appunto, variazioni. Porsi la domanda qual è il modo più efficace per raccontare questa scena? porterebbe forse a un uso della pagina un po’ più fantasioso.
Un’incongruenza?
Un’ultima cosa e poi taccio: credo che a pagina 6 ci sia un’incongruenza.
Samuel Stern è a colloquio con la madre superiora dell’orfanotrofio. Si danno reciprocamente del lei.
Ma nella quinta vignetta (quella in basso a sinistra) la suora prende tra le sue mani la mano di Samuel.
Ora, a me pare francamente fantascientifico che una suora, oltretutto la superiora di un orfanotrofio, prenda tra le sue la mano di un uomo giovane. Credo che certi contatti siano considerati non appropriati.
Tu come la pensi?
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