Samuel Stern 14: Simulacra

Se hai bisogno di un motivo per suicidarti, questo albo è un ottimo prontuario

Simulacro di donna steso

Te lo dico subito: non spendere soldi per questo Samuel Stern.

O, se proprio devi spendere soldi (magari hai fatturato troppo in questo anno di tanta grazia 2020 e devi procurarti dei costi), comprati qualche confezione gigante di uno psicofarmaco che migliori il tono dell’umore; anche qualche etto di erba buona potrebbe andare bene, ma non credo che sia deducibile.

Come me deve averla pensata anche il responsabile marketing di Bugs Comics (che, lasciatelo dire in confidenza, è una gran furbacchione). Fatto sta, che presso alcune edicole selezionate ed eccezionalmente anche presso alcune fumetterie è stata distribuita una versione variant del numero 14, che contiene una bustina di Maria di qualità decente.

La copertina del numero 14, con il bollino raffigurante una foglia di marijuanaL'edizione variant è disponibile solo in alcune edicole e fumetterie selezionate. Clicca per ingrandire

Conoscendo il livello di follia di tanti collezionisti decerebrati, avrà pensato il responsabile marketing, sicuramente ogni copia verrà acquistata tre volte:

  • una per sigillare, senza leggerla, l’edizione originale
  • una per conservare sigillata l’edizione variant
  • un’altra edizione variant per aprirla, leggerla e farsi la beata canna in santa pace.

Maria e collezionismo: meno male che ci sono!

Marijuana e psicofarmaci: perché c’è bisogno di tirarsi su?

Simulacra è una storia tristissima. Leggi l’ultima vignetta, chiudi l’albo e vorresti buttarti giù anche tu come viene ben descritto nelle 96 pagine del numero 14. Ecco perché c’è bisogno di tirarsi su: se non lo fai, ti butti giù (dal cornicione, dal ponte o dalle scale).

E questo è il motivo per cui c’è bisogno di un aiuto…

Però, se queste cose le dico io, è spoiler. Allora lascio la parola ad Angus Derryleng, che ne parla chiaramente ancora prima che la storia inizi.

Nelle tribù dei cosiddetti primitivi, chi, per gravi motivi, veniva espulso dal villaggio, moriva nel giro di quarantotto ore. Non certo di fame o di sete, ma, semplicemente, perché non sapeva più chi fosse. La sua identità era il totem, e il totem gli era stato sottratto.

Stiamo morendo di simili morti, con la differenza che le nostre quarantotto ore durano trenta, quaranta, cinquanta anni. Nei pozzi dei sogni, nelle catacombe dove scorre il liquame della coscienza collettiva, abbiamo spettrali visioni della nostra vera essenza, quel tanto che basta da farci impazzire, o rinsavire. Il totem dell'essere umano è un roveto troppo ardente per essere guardato.

Simulacra è una storia di persone senza identità, di persone che hanno perso il senso ed il perché.

È qualcosa di veramente e profondamente doloroso. Ma le aziende farmaceutiche e i coltivatori alternativi ringraziano.

Comunque, se non ti piacciono gli psicofarmaci né la Maria, puoi sempre combattere la narrativa con la narrativa: ti consiglio Non buttiamoci giù, di Nick Hornby. Mi sembra l’antidoto giusto.

I profili di tre persone che cadono dall'altoQuesto libro è un buon antidoto contro gli effetti di Simulacra. Clicca per ingrandire

Silenzio corale

Della storia del numero 14 mi piace il fatto che sia una storia corale: ci sono molti personaggi che interagiscono e non è una vicenda che riguarda solo il nostro eroe e il cattivone di turno.

Abbiamo infatti:

  • cinque studenti
  • due insegnanti
  • una preside
  • Samuel Stern sotto mentite spoglie del professor Duncan O’Connor (già!)
  • Angus Derryleng nelle vesti di consulente esterno
  • Penny Campbell nelle vesti di agente investigativo remoto.

Ciò mi piace.

Peccato che, con tante persone, ciò che emerge è che non ci sia nulla da dire...

I disegni

I disegni sono di Matteo Mosca, che è ben conosciuto per Mercurio Loi, (personaggio che ho adorato sin dalla sua apparizione nelle Storie di Bonelli e per tutta la sua breve vita editoriale come testata autonoma), per alcuni albi di Lazarus Ledd e per i disegni di altri personaggi. Il tratto è semplice ma non scarno: questa è un’altra cosa che mi piace.

Matteo Mosca ha impreziosito l’albo con un “effetto wow”, che riporto qui. Bravo, Matteo!

Immagini multiple riflesse in uno specchioAdoro questi effetti. Non rendono bello un fumetto, ma lo impreziosiscono. Clicca per ingrandire

Quattrini e considerazioni

Per riprendere la frase con cui ho aperto questo articolo, se ti vuoi rilassare o se pretendi il lieto fine, risparmia i tuoi soldi: questo numero di Samuel Stern non è per te.

Se invece per te

l’horror è il mezzo con cui esplorare la condizione umana

l’horror non è solo demoni ma un’eredità umana tradita, abbandonata, travisata

allora rendi pure ricco il tuo edicolante e Bugs Comics. Ne avrai in cambio un fumetto che, senza farti alcuna domanda, ti interroga su come vuoi vivere la tua vita.

Eddai, scherzavo!

Tutta la manfrina sugli psicofarmaci, sulla marijuana, sull’edizione variant (e anche la stoccata su quei decerebrati di collezionisti) è pura e semplice ironia. Non ha nulla a che fare con iniziative reali.

Men che meno, Bugs Comics ha distribuito (che io sappia) un’edizione variant con bustina di marijuana annessa.

Spero che nessuno si arrabbi… Anche se comincio a pensare che, dopo aver preso per i fondelli Samuel Stern ed essere ora passato di livello per aver puntato il mirino sulla casa editrice, prima o poi qualcuno mi darà un gran calcio nel culo. Meglio mettere le mutande di latta...

 

 

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