Samuel Stern 9: Il mistico. La recensione
Un albo che, dal mio punto di vista, concilia horror e pacatezza, avventura e umorismo, intreccio e semplicità
Devo proprio dirlo: leggendo questo albo mi sono proprio divertito. Sfogliata l'ultima pagina, ho provato un moto di stizza: "Uffa! È già finito?".
Sparato subito il mio giudizio, tra poco proverò a motivarlo. Prima però ti invito a guardare (se non l'hai già visto) il video di presentazione che ho realizzato per il numero 9 di Samuel Stern.
Un equilibrio raro
La sensazione che mi resta dopo aver letto la storia è quella di essermi trovato di fronte a un albo davvero ben realizzato.
OK, parla di demoni e di inquietudini dell'animo umano. Argomenti pesi anzichenò.
Eppure la storia scorre via leggera, grazie sia alle frequenti digressioni umoristiche (che sono tali non solo grazie ai testi ma anche grazie all'interpretazione grafica) sia al tono della narrazione, che evita di scadere nel drammone cosmico da armageddon a tutti i costi.
Mi piace molto questo equilibrio: bene così!
I testi di Davide La Rosa
Il soggetto e la sceneggiatura sono di Davide La Rosa, un esordiente su Samuel Stern.
Bene, come forse avrai capito, ho apprezzato tanto il suo lavoro. La storia si sviluppa in modo sequenziale e pulito, senza sbavature.
Ed è costellata, come dicevo, di piccoli tocchi umoristici che impreziosiscono il racconto senza snaturarlo. Un paio di questi li hai visti sul video di presentazione, ma ve ne sono altri.
Anche non intenzionali (almeno, non credo che lo siano).
Ad esempio, Samuel Stern fa sfoggio del suo essere motociclista, con il senso di libertà che questo comporta e il panico che ciò provoca in padre O'Connor.
Tuttavia l'ingorgo e la relativa coda in cui i protagonisti si imbattono quando devono andare ad incontrare il mistico fa da contrappunto a questo senso di libertà.
Non so se questo contrappunto sia voluto: forse no. Ma il fatto che ci sia testimonia, secondo me, un senso del paradosso che mi piace particolarmente. Si dice che questo senso del paradosso sia tipico degli Ebrei e dei Siciliani: a loro e a Davide La Rosa (di cui ignoro tutto, comprese le origini) va la mia stima e la mia riconoscenza.
Linearità e flashback
Ho detto prima che trovo i testi di Davide La Rosa narrati in modo lineare e consequenziale. Ciò non toglie tuttavia che vi sia un uso sapiente dei flashback.
Questi flashback non sono fini a sé stessi, ma si collocano nella narrazione nel momento giusto affinché siano funzionali alla comprensione dell'intreccio.
Tra l'altro, i flashback sono caratterizzati come tali da una tecnica di disegno diversa da quella usata per la trama principale. Non so se ciò sia un'iniziativa del disegnatore o un'indicazione dello sceneggiatore, però funziona. Bravi!
I disegni di Luigi Zagaria
Anche Luigi Zagaria è un esordiente su Samuel Stern (il nono in nove numeri).
E, grazie al cielo, ha un segno pulito e preciso, proprio come piace a me. Disegni del genere mi aiutano a non perdermi nella storia, a comprenderla meglio senza bisogno di rileggerla.
Anche i neri sono puliti e sempre giustificati.
In tutto l'albo, sono diverse le vignette che mi hanno colpito. Alcune sono contenute nel video, ma qui voglio riportare quella che per me è un mistero.
Io non so perché questa vignetta mi abbia colpito così tanto. Non ha nulla di particolare...
Ma davvero mi ha subito affascinato. Mi sembra di sentire il gorgoglio e il ribollire dell'acqua.
Le novità in arrivo
La quarta di copertina annuncia novità golose per i collezionisti. Non sto a dilungarmi: riporto qui la copertina.
Per finire
Un sentito ringraziamento al signor Ufficio Stampa BUGS Comics, che oltre al PDF del numero in uscita e alla relativa copertina finalmente mi ha inviato (senza che dovessi chiederlo) il colophon con tutte le indicazioni.
Mi sarebbe piaciuto ringraziarlo con nome e cognome, ma ha la detestabile abitudine di non firmare le email.
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