Samuel Stern Extra 2021: I 4 cavalieri

Il secondo Extra di Samuel Stern è l’occasione per puntare le luci sui comprimari della serie. Ma vale la pena spendere i quattrini?

I protagonisti delle quattro storie. Sullo sfondo, grandi fiamme

La natura di questo Extra è semplice: vengono infatti raccolti in un unico albo quattro racconti brevi inediti, slegati dalla normale continuity di Samuel Stern.

In realtà, il progetto si presenta un po’ più strutturato: il titolo I 4 cavalieri si riferisce al fatto che ciascun racconto ha come protagonista uno dei comprimari del rosso di Edimburgo:

  • Lettere da Teignmouth, scritto da Massimiliano Filadoro e disegnato da Fabio Punk Baldolini, è centrato su padre Duncan O’Connor.
  • Samhain, scritto da Antonella Liverano Moscoviti e disegnato da Fabio Ramacci, vede protagonista Penelope Campbell (detta Penny) e sua nonna Annag.
  • Lo zahir, scritto da Andrea Guglielmino e disegnato da Riccardo Frezza, mostra per la prima volta un Angus Derryleng in azione; vera azione, intendo: non una semplice parte da anfitrione come nel Racconti dal Derryleng.
  • Il Cristo di Bannockburn, scritto da Marco Savegnago e disegnato da Antonello Catalano, è un’inchiesta dell’ispettore Foster Cranna.

Sono i quattro cavalieri, quelli che danno il titolo all’albo. Ogni racconto è inoltre introdotto da un redazionale che presenta e approfondisce il personaggio. Questi quattro redazionali contribuiscono a fare dell’Extra 2021 un progetto più complesso e studiato rispetto a una semplice raccolta di storie con protagonisti diversi.

L’albo è inoltre corredato da un lungo articolo, a firma di Andrea Guglielmino e Francesco Fasiolo, sulla “grande avventura dei bonellidi horror”. In pratica, una rassegna delle testate in formato bonelliano dedicate all’horror.

Questo è ciò che c’è nello speciale. Adesso termino il mio ruolo di archivista e inizio quello di giudice.

Ciò che mi è piaciuto e ciò che no

Prima di iniziare, è meglio precisare che, come al solito, il mio parere non è un giudizio sul lavoro degli autori ma una semplice esposizione di ciò che ha colpito la mia sensibilità, in positivo o in negativo.

I miei giudizi sono quindi un modo per parlare di me, non per dare giudizi di valore.

Il miglior racconto

Dal mio punto di vista, il miglior racconto dell’albo sono due:

  • Lo zahir, per la storia
  • Lettere da Teignmouth, per i disegni.

Lo zahir è una storia strana, assurda, sconclusionata. Centrata su una vecchia macchina per scrivere, riesce a farci conoscere Jorge Luis Borges e a stupirci del mistero dell’età di Angus Derryleng. So che la storia mi è piaciuta perché, dopo la lettura, mi sono chiesto: “E poi? Che succede a quella macchina? E ad Angus?”. Comunque, ora sappiamo tutti perché gli Appunti dal Derryleng che sono pubblicati su ogni numero di Samuel Stern sono così fuori di testa.

Lettere da Teignmouth è un vero e proprio spettacolo grafico al limite del piacere erotico. Quando ero giovane e parlavo di queste cose, un mio amico mi ha confidato che la sua massima fantasia sessuale era Claudia Schiffer dietro a un muro di lasagne. Ora che mi limito a leggere fumetti, posso ben dire che stare a contemplare le tavole di Lettere da Teignmouth è un piacere assoluto. Il tratto di Fabio Punk Baldolini mi affascina e si sposa benissimo con i temi legati al sovrannaturale. Ma non solo: Fabio dimostra, più che un’ottima padronanza, una vera maestria sia nella composizione della tavola e della vignetta sia nell’uso del tratto per i chiaroscuri. Non voglio scomodare certi grandi maestri del passato, ma credo che Fabio ne abbia appreso la lezione alla perfezione.

Riporto qui tre esempi tra le vignette che mi sono piaciute di più. Dimmi te se non sono veri e propri capolavori: Fabio, fanne stampe in serie numerate e mettile in vendita firmate. Le prime tre te le compro io.

Clicca sulle anteprime per aprire la galleria con le immagini intere.

Una menzione d’onore

Una piccola menzione d’onore va all’ispettore Foster Cranna, protagonista del racconto Il Cristo di Bannockburn. Il racconto è un po’ scontato e anche i disegni non si fanno ricordare, così nel complesso la storia è il classico compitino da 6+.

Il + è però dovuto alla tavola finale, con un epilogo il cui tono è decisamente superiore a quello del resto della storia. Non te lo mostro per non rovinarti il finale nel caso tu non avessi ancora letto l’albo, ma gli autori possono legittimamente godere della soddisfazione di avermi lasciato un buon sapore in bocca dopo aver inghiottito l’ultimo boccone dell’albo.

Mondo LGBT? Ma dove???

Il racconto con protagonista Penny mi ha invece lasciato del tutto indifferente. Buono per passare cinque minuti di distrazione, ma avrei potuto non leggerlo e sarebbe stata la stessa cosa.

Invece mi ha colpito l’articolo Chi è Penelope Campbell (Penny), perché mi ha fatto riflettere su una cosa. Penny è l’ennesima figura lesbica che oggi va tanto di moda, sia nei romanzi, sia nei fumetti sia nelle serie TV sia al cinema.

Ma, per quanto riguarda specificamene la produzione italiana, ho il forte sospetto che non si tratti da pare degli autori un’attenzione a un mondo inclusivo e non giudicante, quanto un trucchetto per solleticare la fantasia maschile.

Di fatto, la relazione lesbica non viene mai approfondita come si fa con una qualunque relazione d’amore etero. In più, non ho ancora visto un omosessuale uomo come protagonista o comprimario di una serie.

E, visto che a pensare male si fa peccato ma di solito ci si azzecca, continuo a credere che non si tratti di ispirazione ma di ragion di mercato. Salvo smentite, ovvio.

La letterizzazione fa parte della grafica

Tornando alla storia Lettere da Teignmouth, vorrei parlarti di una cosa che in genere viene poco trattata. Se i disegni sono spettacolari, le letterizzazioni potrebbero essere invece curate meglio: gli a capo sono spesso lasciati al caso (probabilmente alla totale mercé del software), cosicché sono formalmente corretti ma poco aderenti al ritmo e al senso della frase.

Sembra che si sia perso il gusto (o la sensibilità) di letterizzare con gli a capo logici, che non solo rispettino il senso del discorso ma che aiutino persino a capirlo.

Talvolta basterebbe inoltre agire su qualche punto di crenatura per evitare sillabazioni inutili ed ottenere un effetto notevolmente migliore.

I numeri nel testo

Lo ammetto: la mia formazione risale alla notte dei tempi e certamente è superata da nuovi paradigmi, nuove regole e nuove mode.

Ma, a me, trovare nel testo (e tantopiù nei titoli) i numeri scritti in cifre anziché in lettere mi provoca ancora qualche conato di vomito.

Ma ci pensi? I tre moschettieri, I quattro dell’apocalisse, I sette samurai e via dicendo, ridotti a un numero!

Speravo de mori’ prima (per dirla con i fan di Totti) di vedere I 4 cavalieri. Ekkecavolo!

Nota bene: al primo che mi cita L’esercito delle 12 scimmie gli sputo in bocca.

Nota bene bis: so di combattere una guerra persa… Ma vicino a casa mia c’è via Quattro venti. Dovremmo chiamarla via 80?

La copertina

La copertina di questo Extra 2021, di Elena Casagrande e Luca Lamberti, è dignitosa, ma nulla di speciale. Certo, è in linea con lo spirito dell’albo, ma la sento fredda e poco ispirata. Mi era piaciuta così tanto quella dell’Extra 2020 che sono proprio deluso.

I quattro comprimari, su sfondo biancoClicca per ingrandire

Non che sia brutta, intendiamoci. Solo che è un po’ senz’anima. Che sia in Legione?

Ma siccome non mi piace fare il criticonzo senza costrutto, mi sono disegnato la mia variant personale.

Cinque carte da gioco: nella prima Samuel Stern è il Jolly. Le altre quattro sono Penny, padre Duncan, Angus Derryleng e Foster CrannaClicca per visualizzare tutta la copertina variant

Voglio precisare che è solo una rivisitazione artistica personale da intendere come omaggio a Samuel Stern e che non è autorizzata in alcun modo da Bugs Comics: mi ha già tirato le orecchie una volta (e giustamente), perciò non voglio dar adito a dubbi.

Comunque, la mia copertina è senz'altro più efficace, più ricca e moltissimo migliore. E non proseguo perché la modestia me lo impedisce. Elena Casagrande, comprendimi, compatiscimi e perdonami.

I bonellidi horror

Voglio riprendere il discorso sull’articolo di Andrea Guglielmino e Francesco Fasiolo. L’articolo usa ben diciotto pagine per citare i fumetti horror in formato bonelliano.

Ma a che serve?

Io non ci vedo un senso: è un articolo per me completamente inutile.

Sarebbe stato diverso se fossero state prese in esame due o tre testate per evidenziarne in modo esaustivo le caratteristiche innovative e gli eventuali limiti. Facendo un po’ di approfondimento critico, insomma.

Ma così, a che mi serve sapere che quelle testate sono nate e sono morte?

Concludendo

Samuel Stern Extra 2021 vale il prezzo?

Dipende…

Se sei già appassionato di Samuel Stern, allora sicuramente sì. L’albo Extra è un’ottima palestra per mettere alla prova nuovi collaboratori, oltre che nuove idee, perciò non ti dispiacerà incontrare gente nuova alle prese con il Rosso. E apprezzerai gli approfondimenti sui comprimari.

Anche se sei appassionato di horror sarai contento di aver speso i soldi per l’albo: anche se il livello delle storie non è da nobel della letteratura, si tratta comunque di racconti gradevoli. C’è di peggio, in giro… I demoni, ad esempio.

Se poi sei alla ricerca della classica lettura d’evasione, l’Extra 2021 è perfetto.

Se invece non conosci ancora Samuel Stern, non ami particolarmente l’horror e sei un rompiballe come me che pretende sempre storie di alto livello, allora è possibile che dopo la lettura dell’albo non ti senta del tutto soddisfatto.

Giusto per chiarire: io i soldi per l’Extra 2021 non li rimpiango, perché Lo zahir e Lettere da Teignmouth da soli valgono la spesa. Secondo me.

 

 

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